di Francesco Lodato
- Prendete un giovane. Fate in modo che sia anche un buon lettore. Iscrivetelo all’università – la facoltà è più o meno indifferente. Se è un lettore di ferro, inizierà a stancarsi del debole surrogato accademico, preferendo le lezioni che impartisce la strada, la notte, l’amicizia, la solitudine, cose che si trovano e non si trovano nei libri. Se è un aspirante scrittore, saprà che le città hanno nomi ridicoli, Napoli, Bruxelles, Barcellona. Nelle abitazioni di quest’ultima, è scritto in una vecchia guida che a tratti sembra una poesia, il voltaggio è di 220 volt / ma in alcuni vecchi edifici / è ancora di 125. Il voltaggio del giovane cresce a seconda degli interruttori dell’esperienza, che ha un contatore invisibile.
- Prendete la vostra giovinezza, o quella che non avete mai avuto. Prima o poi anche il nostro giovane passerà il mezzo del cammin di nostra vita, come tutti noi invecchierà, e come il Dante americano, a.k.a. Jack Kerouac, proverà il desolato stillicidio del diventar vecchi, certo, tuttavia il paradiso è già nella selva oscura, e non vorrei essere così banale da dire che il giovane sarà forever young, questo no, diciamo più giovane della media, almeno più vivo della gran parte dei suoi contemporanei.
- Prendete il Satyricon di Petronio. Se desiderate che il vostro romanzo s’inserisca nel genere principale della letteratura, il realismo, il giovane dovrà inoltrarsi nelle terre del fantastico. Prendiamo ad esempio il nostro paese: non è tanto la realtà che supera la fantasia, quanto la nostra storia che sembra, da sempre, trimalcionica. Volete l’Italia, volete il realismo? Desiderate.
- Prendete Michel Houellebecq, toglietegli la depressione – ok, senza vi rimane ben poco tra le mani, ma tant’è. Pagategli da bere. Prendete Roberto Calasso, sequestratelo e costringetelo a guardare uno snuff movie. Poi chiedetegli cos’è il millenarismo.
- Prendete le ultime pagine de Le particelle elementari, tagliuzzatele a strisce sottili, trituratele per bene, mescolatele insieme alla prima parte de L’innominabile attuale. Mettete il tutto dentro la vostra testa, che si presume sia un forno ben ventilato. Il risultato della ricetta non vi deluderà, anche se non siete dei cuochi provetti. Ad ogni modo questa non è una cucina, non state preparando un buon piatto. Siete dentro una fornace, state fabbricando delle armi. Come nelle migliori opere di fantascienza, il laboratorio siete voi.
- Prendete un qualsiasi fatto di cronaca. Esaminatelo a lungo. Fatte le dovute considerazioni, capirete di essere sulle tracce di Leonardo Sciascia.
- Prendete quello che è forse il più bel libro mai scritto. È di Gilles Deleuze e si intitola Piano 1001. Parla della rete, del desiderio, dell’evoluzione della sessualità, dell’incrocio tra un certo Nietzsche e i rami più estremi delle neuroscienze, di quel gioco letale chiamato letteratura e dei poeti che intendono afferrare le forze che reggono il gioco per possederle.
- Chiaramente il libro del punto 7 non esiste (“mai scritto”). Non vi preoccupate, troverete tutto nel romanzo che il giovane sta realizzando per voi.
- Prendete un burattino. L’esecutore del vostro romanzo gli somiglia, ma non perché obbedisca ai vostri ordini o ai punti di questo decalogo. I fili più difficili da districare sono quelli del destino, il vero marionettista.
- Se avete seguito tutte le istruzioni precedenti, a questo punto vi ritrovate tra le mani La bomba voyeur. Il giovane che l’ha scritto non saprebbe dire come e perché l’ha scritto. Nelle sue sembianze attuali si chiama Alfredo Zucchi. Vive e lavora a Vienna, ma quando scrive è più o meno ubiquo. Come pochi altri, può credere soltanto nella religione della letteratura – che, ormai lo sapete, è roba per dotti e burattini.
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