[calderone vagamente magmatico di associazioni per uso di chi pensa di scrivere]
“Freud, certo, non fa uso di metafore, se fare uso di metafore significa fare con ciò che è noto allusione all’ignoto. Attraverso l’insistenza del suo investimento metaforico, egli rende enigmatico quello che crediamo di conoscere sotto il nome di scrittura.” (Jacques Derrida, “Freud e la scena della scrittura”, in La scrittura e la differenza, 1990, pp. 257-258).

“Prima tesi: un racconto narra sempre due storie. […] Le due storie [una patente, l’altra segreta] si raccontano in modo diverso. Lavorare con due storie vuol dire avere a che fare con due distinti sistemi di causalità. […]
Kafka racconta con chiarezza e semplicità la storia segreta, e narra invece la storia visibile con discrezione e cautela, fino a convertirla in una cosa enigmatica e oscura. Questa stessa inversione fonda ciò che si dice «kafkiano».” (Ricardo Piglia, Tesi sul racconto)
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