Destierro (del ciego)

Il 9 novembre terrò un seminario su Borges e il doppio a Torino presso Babelica.
Fin qui tutto sembra filare. Specchi, labirinti, tigri blu, libri fittizi e altri giochi innocui. Il fatto è che il seminario si inscrive in un ciclo, ideato da
Federica Arnoldi, a tema destierro/sradicamento, e gli altri incontri, entrambi tenuti da Arnoldi, tratteranno declinazioni dello sradicamento eminentemente politiche:

  • “identità individuale e identità nazionale” con Sopra eroi e tombe di Ernesto Sábato: le vicende storiche di un Paese determinano la caratterizzazione e le sorti di personaggi incapaci di riconoscersi in un «noi».
  • “l’estraneità del proprio desiderio” con Bestiario sentimentale e Petali e altri racconti scomodi di Guadalupe Nettel, in cui i personaggi, non possedendo appieno sé stessi, dicono «io» affermando posizioni di autoestraniazione.

Affrontare certi temi borgesiani (le sue magie parziali) nel contesto tematico dello sradicamento vuol dire prendere una certa ricezione di Borges (per dirla con Ricardo Piglia: quelle correnti della critica che vedono nei giochi combinatori borgesiani un modo per svincolare la letteratura dalla società: esercizi di stile, deliqui speculativi, acrostici indolenti) – prendere questa tradizione e buttarla dalla finestra.

Vuol dire, ad esempio, considerare con Lacan la questione simbolica dello sdoppiamento come un evento combinatorio fondamentale.
Identificheremo allora due istanze del doppio:

  • Il doppio come epifania, con un trittico di racconti da L’Aleph.
  • Il doppio come condizione di partenza dell’odissea nel tempo, con due testi da Il libro di sabbia (ci guiderà l’autorità massima al riguardo, l’agente speciale dell’FBI Dale Cooper, attualmente disperso tra le dimensioni, la cui ultima traccia nel mondo è una domanda: “In che anno siamo?”).

What year is this

Il tessuto connettivo tra le due istanze è il sogno, ovvero la letteratura come sogno guidato.

***

Fecha

Borges a Borges: «In che anno ti trovi?» (“Agosto 25, 1983”, La memoria de Shakespeare)
(Variazione sul tema della 
frase antica: chi è il sognatore?)

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