Costruzione ritardata a gradini
Di tutte le influenze che agiscono nella storia della letteratura la principale è quella di un’opera su un’altra […] Non bisogna inutilmente moltiplicare le cause o, con la scusa che la letteratura è espressione della società, mescolare la storia della letteratura con la storia dei costumi. Si tratta di due cose assolutamente diverse.
(F. Brunetière, Manuel d’histoire de la littérature française)
Il plagio è necessario. Il progresso lo implica. Stringe da vicino la frase di un autore, si serve delle sue espressioni, cancella un’idea falsa, la sostituisce con l’idea giusta.
(Isidore Ducasse comte de Lautréamont, Poesie)
Vorrei aggiungere quanto segue a mo’ di norma generale: un’opera d’arte è percepita nel quadro di e in associazione ad altre opere d’arte. La forma di un’opera d’arte è determinata dalla sua relazione con forme preesistenti. Il contenuto di un’opera d’arte è invariabilmente manipolato, isolato, ‘silenziato’. Tutte le opere d’arte, non solo le parodie, sono create in parallelo o in opposizione a un determinato modello. Una nuova forma appare non per esprimere un nuovo contenuto, ma per sostituire una forma vecchia che abbia ormai perduto il proprio valore artistico.
(V. Šklovskij, in “Connessione tra i procedimenti di costruzione dell’intreccio e i procedimenti stilistici generali”, Teoria della prosa)
Qui entrano in gioco in modo diretto nella letteratura le relazioni sociali e alcune correnti della critica attuale vedono proprio nella parodia, nell’intertestualità, un trucco per separare la letteratura dai conflitti sociali: si tratterebbe di un mero gioco di testi che si autorappresentano, che si legano l’uno all’altro in modo speculare. Tuttavia, questa relazione tra i testi, che in apparenza è il culmine dell’autonomia della letteratura, è determinata in modo diretto e specifico dalle relazioni sociali. Nei suoi meccanismi segreti, la letteratura rappresenta le relazioni sociali, le quali a loro volta determinano l’insieme delle pratiche letterarie e le definiscono. Il fondamento per me è questo: la relazione con altri testi, con testi altrui, con la letteratura già scritta che funziona come condizione di produzione, si incrocia e si determina attraverso le relazioni di proprietà. In questo modo, lo scrittore affronta in modo diretto e specifico la contraddizione tra scrittura sociale e appropriazione privata, la quale si manifesta in modo eclatante nelle questioni suscitate da casi quali plagio, citazione, traduzione, parodia, pastiche, apocrifo. Come funzionano i modi di appropriazione in letteratura? Questa per me è la questione centrale.
(R. Piglia in “Parodia e proprietà”, Critica e finzione, corsivi e traduzione miei poiché la traduzione italiana esistente è un insulto a questa intertestualità)
Ogni uomo deve essere capace di pensare ogni idea e mi pare di capire che in futuro lo sarà.
(J.L. Borges, “Pierre Menard, autore del «Chisciotte»”, Finzioni)
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Previe considerazioni
Illustrazione di Fabien Catalano per Ô Metis III, Raggiro/Ritorno
(anche detta “Cane di Moebius in fase anale”).
L’ha ripubblicato su Il crogioloe ha commentato:
I formalisti pertanto erano definitivamente usciti dai limiti di quel “formalismo” che è concepito come preparazione di schemi e classificazioni (l’idea che del metodo formale hanno di solito i critici poco informati) e che con tanto zelo viene applicata da alcuni scolastici sempre disposti ad accogliere con gioia qualsiasi dogma. Codesto “formalismo scolastico non è legato né storicamente né sostanzialmente col lavoro del Commando Interpolazioni, e noi non rispondiamo di esso, anzi, al contrario, ne siamo i più irriducibili avversari di principio.
Scolio a “Apparato di sabotaggio, la versione degli Scoliasti”
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